“Tecnica”

Chiunque si avvicini al canto lirico, parla di “tecnica”, e questa benedetta tecnica occuperà anni della sua vita. In cosa consiste la tecnica? Beh, alcuni fanno un po’ di confusione, in merito. Per qualcuno la tecnica è, in parallelo con quella strumentale, l’abilità di eseguire scale, arpeggi, melodie anche complesse, ecc. Nel canto, oltre a questa dimensione tecnica, che ovviamente esiste, c’è un lavoro preliminare fondamentale, e che consiste nel formare il perfetto strumento vocale umano. E’ un lavoro lungo e assai delicato, sempre indispensabile, se pur relativo ai diversi soggetti. E’ infatti evidente come ci siano persone con una vocalità facile, quasi naturale, e altre invece meno fortunate, con una vocalità più “nascosta”, che richiedono lunghi periodi di studio, e altri ancora, che molto difficilmente riusciranno a emettere suoni accettabili, sia dal punto di vista strettamente vocale che da quello musicale. In ogni caso, ciò che è bene che tutti sappiano, è che senza uno studio serio, non è possibile affrontare un canto impegnativo per un lungo periodo, come può essere una carriera operistica. Il Maestro Antonietti ha sempre voluto precisare che la sua scuola non è “tecnica”, ma artistica. La differenza tra tecnica e arte consiste nell’obiettivo finale ma anche in alcuni aspetti filosofici. L’Arte si pone come meta la libertà, quindi la perfezione o per meglio dire: il non oltre; vuol dire formare il perfetto strumento che non avrà bisogno di ulteriore allenamento per mantenere il suo livello di perfezione. Quando parliamo di strumento, nel caso della voce, dobbiamo intendere anche il suo perfetto “archetto”, ovvero l’alimentazione di ogni suono. La tecnica è sempre perfettibile, l’arte no.